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La canzone che Yorke ha scritto consigliato e ispirato da Stipe

È un brano di “Kid A” con cui racconta il disagio della fama che lo affliggeva
La canzone che Yorke ha scritto consigliato e ispirato da Stipe

Thom Yorke leader dei Radiohead ha sempre avuto problemi con la fama. Dal momento in cui la band è diventata famosa, il loro leader se n’è lamentato. Stufo di cantare la loro canzone più importante, stanco delle richieste dei fan e annoiato dalla vita in tour, il suo punto di rottura è stato messo in una canzone.

Per qualcuno Thom Yorke è un visionario che rifiuta di piegarsi ai voleri e ai modi dell'industria musicale e fa di tutto per non farsi incasellare dalle aspettative. Altri lo ritengono semplicemente uno scontroso, persino ingrato. Mentre molti (artisti e non) sognano di ottenere il livello di successo che ha raggiunto lui o desiderano che un brano abbia un successo come quello di "Creeps", Yorke sembra odiarlo. "Vaffanculo, siamo stanchi", ha urlato una volta il cantante a un fan che chiedeva di ascoltare la canzone. Anche Johnny Greenwood sembra essere d'accordo con questo sentimento, affermando: "Sembrava che stessimo vivendo gli stessi quattro minuti e mezzo della nostra vita ancora e ancora. Era incredibilmente stordente".

Nel 2000, dopo sette noiosi anni passati a cantare a ripetizione "Cause I'm a Creep", Yorke ne aveva abbastanza. Ma non si trattava solo di quella canzone, bensì dell'intero fatto di essere musicista di rilievo. Era appassionato di ciò che faceva e orgoglioso di tutto ciò che la band stava producendo, ma a ogni nuovo risultato sembravano esserci solo più responsabilità e compiti da svolgere. Più successo ottenevano, più gli veniva chiesto di fare, e Yorke non riusciva a sopportarlo.

Anche dopo aver pubblicato, nel 1997, “OK Computer”, il loro progetto più sperimentale fino ad allora, la pressione della crescente fama non ha fatto che aumentare. "Quell'OK Computer stava accadendo. Abbiamo partecipato al Glastonbury Festival", ha ricordato Yorke di quel momento, affermando che dopo: "È scattato qualcosa in me".

Quelle sensazioni e quel disagio sono state “fermate” in musica nel brano "How to Disappear Completely" contenuto nel successivo disco “Kid A” (uscito nel 2000). Con il titolo che rappresenta il più grande desiderio di Yorke in quel momento, la canzone affronta di petto il difficile rapporto del cantante con la sua carriera. "Ho semplicemente detto: 'Basta. Non ce la faccio più'. E più di un anno dopo eravamo ancora in viaggio", ha raccontato alla BBC aggiungendo: "Avevo bisogno di una pausa. E infatti non l'ho avuta per un altro anno e un po', a quel punto ero praticamente catatonico". In queste condizioni, "How to Disappear Completely" catturava la trappola del successo in cui sentiva di essere caduto.

Tuttavia, per una canzone tipicamente sperimentale scritta da un uomo che ha sempre rifiutato il successo mainstream, l'ispirazione è arrivata da una fonte improbabile.

Yorke ha ammesso che la scintilla per il brano è scaturita da una conversazione con Michael Stipe dei REM, affermando: "Gli ho telefonato... dicendogli: "Non posso farcela". E lui mi ha risposto: 'Tira giù le tapparelle e continua a dire: Io non sono qui, questo non sta succedendo'". E così, inserendo questo esatto mantra nella canzone, "How to Disappear Completely" dei Radiohead è nata direttamente dall'incoraggiamento di Stipe a Yorke a dissociarsi per poter superare un periodo di stress.

Thom Yorke, nel 2006 parlando alla BBC della canzone ha detto che vorrebbe ricordare i Radiohead per “How to Disappear Completely”, ribadendo che "è stata la cosa migliore che abbiano mai realizzato"

 

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